Gli studiosi indicano con il termine gnosticismo una serie di eresie nate in seno al cristianesimo che ritenevano che l’unica via per raggiungere la salvezza fosse una conoscenza che il Dio dava privatamente ad alcuni eletti. Fu per differenziarsi principalmente da tali sette che il cristianesimo tese sempre più a distinguere l’ortodossia cristiana dall’eresia.
Le varie sette gnostiche che si vennero a creare avevano in comune la concezione che per capire la rivelazione divina fossero necessari strumenti più potenti della ragione, di qui il ricorso a simboli e racconti. Al centro di questi racconti vi è il dualismo tra un mondo perfetto, risultato dell’azione di Dio e uno imperfetto che non può essere anch’esso il risultato dell’azione di Dio, quindi dev’essere stato creato da un’entità inferiore: da questo mondo lo gnostico vuole scappare. Gli gnostici frappongono fra Dio e il mondo una serie di entità intermedie, che Valentino chiamerà Eoni, dal greco aiòn ossia eternità, che costituiscono la pienezza della realtà divina ed è dalla degenerazione di questa pienezza che nascono la materia e il male, nell’uomo quindi, essendo anch’egli una degenerazione divina, è presente ancora una particella divina che aspira a ritornare a Dio.
Le varie sette gnostiche si differenziano per il modo di concepire questo ritorno a Dio, per alcune infatti era doveroso praticare l’ascetismo, per altre invece in questo mondo privo di valore diventava lecita ogni sfrenatezza.