Da Crisippo fino a metà del II secolo lo stoicismo non subì alcun mutamento, tuttavia questo accade con Panezio, con il quale lo stoicismo entra a Roma, che fu scolarca della scuola stoica dal 129 al 109, anno della sua morte.
Panezio modificò la filosofia stoica dal punto di vista fisico ed etico: in entrambi i campi agì con l’intento di ridimensionare il determinismo per dare maggiore libertà all’essere umano.
Dal punto di vista fisico, Panezio si schierò contro la concezione stoica della conflagrazione universale, avvicinandosi alla concezione aristotelica dell’eternità del mondo, in questo modo eliminava dal futuro la certezza della fine. Sempre nell’ottica antideterministica è da inquadrare la serrata polemica all’arte divinatoria e all’astrologia. Si può intravedere nella sua critica un’anticipazione di quello che dirà Pico della Mirandola, infatti ritenere che gli astri influiscano sulla vita umana significa limitare la libertà dell’uomo. Inoltre se tutto è già determinato che senso ha l’etica, fulcro di tutta la filosofia stoica? Che senso ha dire a qualcuno come comportarsi se tanto anche il suo comportamento non è scelto da lui?
Dal punto di vista etico egli approdò ad una concezione meno rigida della virtù e della saggezza, infatti la prima non era sufficiente a determinare la felicità se non era accompagnata dalla salute, dall’agiatezza economica e dal vigore fisico. Se gli veniva chiesto come fosse il saggio, egli rispondeva evasivamente con “del saggio parleremo un’altra volta, tuttavia appare chiaro che il sapiente per Panezio non è più il sapiente stoico felice di essere virtuoso anche sotto tortura.
Panezio fonda la sua indagine etica sulla ricerca di quale sia il comportamento consono a chi ancora non ha raggiunto la sapienza, egli infatti individua i doveri di tutti gli uomini rintracciabili in base alla condizione sociale. Egli rifiuta l’apatheia ossia il rifiuto delle passioni, secondo lui invece le passioni devono essere controllate, sostituisce così all’apatheia la metriopatheia, ossia un atteggiamento misurato verso le passioni.