Nella direzione dell’Accademia a Platone succedette Speusippo, suo nipote. Speusippo per evitare di cadere nelle contraddizioni già evidenziate da Platone nel Parmenide a proposito della dottrina delle idee decide di abbandonarla, sostenendo che esse non abbiano alcun rapporto con le cose terrene. Quest’ultime possono essere definite mediante la loro classificazione e non necessariamente ricorrendo all’idea, che egli ritiene troppo lontana dalla realtà per averci qualcosa a che fare.
La realtà infatti per Speusippo era caratterizzata da piani differenti, ognuno dei quali aveva dei principi propri, ad esempio il punto in geometria non era l’uno, ma aveva lo stesso ruolo fondante dell’uno aritmetico.