Euclide di Alessandria

Durante l’ellenismo, Alessandria divenne un grande centro culturale, al pari di Atene, era infatti sede di una vastissima biblioteca voluta da Demetrio. Ad Alessandria operò verso l’inizio del III secolo Euclide, autore della famosa opera chiamata Elementi, in cui trattava di geometria. Quest’opera era divisa in due parti, la prima in cui venivano assunti dei principi e la seconda in cui a partire dai principi assunti si traevano delle conclusioni e si formavano dei teoremi. Nella prima parte Euclide distingue tre tipi di principi: 1) le definizioni, con le quali va a definire le figure geometriche che saranno usate nella trattazione successiva, 2) le nozioni comuni, ossia quelli che Aristotele aveva definito assiomi come ad esempio che il tutto è maggiore delle parti, e 3) i postulati, ovvero azioni di cui si richiede di ammettere la possibilità. Euclide presenta cinque postulati necessari per la sua geometria, il primo è che sia sempre possibile tracciare una retta fra due punti, il secondo è che ogni segmento di retta possa essere prolungato per formare una retta, il terzo è che attorno ad un centro scelto è possibile tracciare una circonferenza con raggio scelto a piacere, il quarto è che gli angoli retti sono tutti uguali e il quinto è dato un punto esterno ad una retta sarà possibile tracciare una sola retta parallela alla retta data. È sulla negazione di questo quinto postulato che si baseranno le geometrie non euclidee.
Gli Elementi di Euclide sono stati ripresi in più occasioni nella storia della filosofia come esempio del metodo con cui bisognerebbe esporre la filosofia.

Questa voce è stata pubblicata in Filosofi, Filosofia Antica. Contrassegna il permalink.