Plutarco

A criticare duramente lo stoicismo e l’epicureismo fu Plutarco di Cheronea, sua città natale.
Plutarco viene spesso ricordato come l’autore delle “Vite parallele”, dove mette a confronto una personalità del mondo greco e una del mondo romano, con lo scopo di mostrarne le affinità nel periodo in cui le due culture si stavano incontrando.
Rispetto a questo Plutarco biografo e storico, si distingue il Plutarco filosofo a 360° delle “Opere morali”, anche se in realtà egli non si occupava soltanto di morale in questi scritti, ma anche di tutto il resto.
Le forme da lui scelte per le sue opere sono quella del dialogo e del trattato, anche se spesso e volentieri il dialogo si riduce ad essere una cornice all’interno della quale viene espressa una tesi nella forma di trattato.
Dall’Accademia egli mutua un atteggiamenti antidogmatico e scettico, che però egli limita al mondo della doxa, come aveva già fatto Platone, infatti per quanto riguarda le eterne verità religiose egli non ammette il relativismo.
Plutarco credeva nella trasmigrazione delle anime, questo spiega il suo vivacissimo interesse per il mondo animale e il suo condannare l’utilizzo di carni per fini alimentari, egli crede nell’immortalità dell’anima, questo gli facilità l’ammissione dell’esistenza di una provvidenza divina e afferma che la divinità punirà i malvagi e premierà i buoni, questa vera e propria teodicea egli la esprime nel “De sera numinum vindicta”. Egli inoltre tende a spiegare l’esistenza del male nel mondo affiancando al principio razionale divino e buono un principio del male.
Egli attacca gli stoici prima di tutto sul piano dottrinale, deridendoli per la loro pretesa di annullare le passioni, a cui egli sostituisce il controllo delle passioni già auspicato da Platone, di cui Plutarco riprende in toto la tripartizione dell’anima. Deride gli stoici anche sul piano pratico, infatti, nonostante promuovessero l’impegno politico, di fatto se ne tenevano alla larga. Dell’epicureismo condanna tutto, in particolare la parte etica, al punto che affermerà che è impossibile vivere felicemente seguendo Epicuro, l’esatto contrario di quello che Epicuro si proponeva di fare. Marx vedrà in Plutarco uno dei più accaniti nemici
Plutarco spesso celebra nelle sue opere Roma, la sua costituzione, la situazione politica, la celebra come assicuratrice di pace, sicurezza e libertà. Come già aveva fatto Platone, egli ravvisa l’unico metodo valido per l’eliminazione dei conflitti nell’educazione.

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