Senofane nacque nella prima metà del VI secolo a Colofone, egli girò molto il mondo, il suo modo di fare filosofia seguiva un metodo da rapsodo, tant’è che si esprimeva in versi.
Nonostante questa sua predilezione per il verso, lui condannava aspramente la tradizione poetica, ad esempio quella di Omero. Infatti a detta di Senofane, la precedente tradizione poetica era stata soggetta a due errori: il primo consisteva nell’aver attribuito agli dei, simbolo di perfezione e modello da presentare agli uomini, qualità capaci di provocare disprezzo anche fra gli uomini quali il furto, il tradimento, l’omicidio e così via; il secondo errore, il più grave, consisteva nell’antropomorfizzazione degli dei, Senofane infatti affermava che gli uomini avevano creato il dio a loro immagine e somiglianza e che se gli animali avessero avuto le mani per disegnare, con buona probabilità, avrebbero disegnato divinità a loro conformi. Senofane si può identificare come il primo teologo, in quanto il primo a parlare della divinità argomentando.
Anche Senofane, come Alcmeone, affronta il problema della conoscenza umana. Senofane arriva a dire che agli uomini è dato solo opinare, così l’uomo non arriverà mai a certezze, ma soltanto ad opinioni più attendibili di altre. Al contrario la conoscenza divina, anche per Senofane, è certezza assoluta e il dio per Senofane “tutto intero vede, tutto intero pensa, tutto intero ode”, ovvero esercita contemporaneamente e con tutto se stesso quelle facoltà che l’uomo esercita alternandole e ognuna con un determinato organo.