Empedocle nacque ad Agrigento verso il 490 a.C. Empedocle scrisse due opere in esametri, la cui paternità però resta dubbia poiché ci presentano un Empedocle diverso, infatti nel opera “Sulla natura” Empedocle presenta un’anima mortale, mentre nelle “Purificazioni” parla di un’anima immortale e riprende la metempsicosi pitagorica.
Empedocle sente la necessità di trovare un principio della realtà che, allo stesso tempo, ne garantisse la molteplicità tenendo conto dell’insegnamento di Parmenide. Così arriva a sostenere che dietro questo continuo divenire, in realtà permangono quattro elementi, che lui chiama radici, che sono costanti e indistruttibili, queste radici sono i canonici quattro elementi: aria, acqua, fuoco e terra.
Queste radici si uniscono fra loro per via del movimento (nel momento in cui parla di movimento è evidente che si discosta dall’eleatismo), e per via dell’azione di due forze unificatrici e disgregatrici, ossia l’Amore e l’Odio. Così dicendo, Empedocle è il primo a fare la differenza fra causa materiale(le radici) e causa efficiente (le due forze), merito che gli sarà riconosciuto da Aristotele. A seconda del prevalere dell’azione unificatrice dell’Amore, o dell’azione disgregatrice dell’Odio, le quattro radici si presenteranno tutte unite fra loro, in un’unità compatta ripresa dall’eleatismo, che lui chiama sfero, oppure completamente disgregate. Il nostro mondo per Empedocle è in una fase di mezzo, sta passando quindi dall’Amore all’Odio e una volta finito questo processo questo si ripeterà tale e quale.
I processi conoscitivi vengono da Empedocle spiegati per mezzo dell’identità di struttura fisica fra l’uomo e gli oggetti conosciuti, infatti entrambi sono composti dalle quattro radici, si ha quindi una conoscenza del simile per mezzo del simile. Gli oggetti emanano effluvi che arrivano all’uomo e permettono così la sua conoscenza. Dalla prevalenza di una radica o dell’altra nell’aggregato che costituisce il corpo umano dipendono le diverse capacità che ineriscono ad ogni uomo.
Empedocle riprende dalla tradizione orfica e pitagorica il concetto di trasmigrazione delle anime, infatti secondo lui le anime sono le uniche cose che permangono a questo processo di aggregazione e disgregazione, anche se lui non parla mai propriamente di anime ma piuttosto di un demone che staccatosi dallo sfero per mezzo dell’azione disgregatrice dell’Odio, dovrà trascorrere diecimila anni a migrare da un corpo ad un altro, patendo tutte le pene che patiscono tutti gli esseri viventi. Così lui condanna severamente la pratica dei sacrifici o il mangiare carne di altri animali, poiché equivale ad uccidere o a mangiare altri esseri umani.