Anassagora nacque a Clazomene nella Ionia, nel 462 a.C. si trasferì ad Atene, che in questo periodo era divenuta un vero e proprio centro culturale, dove visse e esercitò la sua attività per una trentina d’anni. Nel 438-37 l’indovino Diopita fece approvare una legge secondo cui si potessero processare coloro che proponevano tesi empie, così Anassagora che aveva sostenuto che il sole fosse una sfera infuocata e la luna un corpo terroso fu processato e costretto all’esilio.
Anassagora fu un pluralista, ovvero uno di quelli che sostennero la molteplicità dell’essere, secondo Anassagora infatti l’intera realtà si era generata da una totalità indistinta di tutti i materiali di cui sono costituite le cose, lui chiama questi materiali semi. I semi non nascono e non muoiono, essi sono eterni e sono soggetti ai processi di aggregazione e disgregazione di cui già aveva parlato Empedocle. Ogni cosa risulta quindi dalla mescolanza di ogni singolo tipo di seme, quindi in tutto sono presenti i semi di tutto. È probabile che Anassagora sia giunto a questa conclusione ponendosi la domanda “com’è possibile che mangio il pane e questo diventi carne, ossa, sangue?” e così avrebbe ammesso che nel pane erano presenti tutti i semi e che una volta mangiato il pane, i semi di ogni singola entità andassero a rafforzare quello che gli competeva rafforzare. Le mescolanze appaiono in un determinato modo a seconda di qual è il tipo di semi in esse prevalente, così il blu, pur avendo semi di tutti gli altri colori, ne ha in maggioranza di blu e appare blu.
Aristotele chiamerà i semi Anassagorei “omeomerie”, ovvero entità che hanno la proprietà di avere ogni singola parte identica al tutto di cui sono parte, ma in realtà questa definizione è in disaccordo con quello che diceva Anassagora, il quale sosteneva che in realtà non esistessero assolutamente realtà omogenee, inoltre Anassagora ammetteva la divisibilità all’infinito e questo non ci permette di raffigurare i semi come parti indivisibili.
Resta il problema di come è avvenuta questa aggregazione. Anassagora concorda con Empedocle per quanto riguarda il fatto che la causa di quest’aggregazione è da rintracciare nel movimento, ma nel rintracciare le cause di questo movimento compie un notevole passo avanti, riconosciuto sia da Platone sia da Aristotele, e parla di un nous (un’intelligenza, nous in greco è il pensiero), che agisce causando questo movimento. Probabilmente il motivo per cui Anassagora chiama questo principio nous è da rintracciare in un’analogia fatta col funzionamento del corpo umano, che però non viene spinta fino in fondo, infatti Anassagora non attribuisce a questo nous il progettare la sua azione in vista di un fine, deludendo così le aspettative positive di Platone e Aristotele.
Secondo Anassagora il sapere umano è acquisito in maniera graduale, si ha infatti prima la sensazione, le sensazioni accumulate generano l’esperienza che viene poi “salvata” nella memoria, su questa base viene a costituirsi la sapienza, ma come ultima tappa c’è quella della tecnica, la quale sola permette all’uomo di servirsi degli stessi animali e quindi di collocarsi al di sopra di questi. Aristotele attribuirà ad Anassagora la tesi secondo cui l’uomo è il più intelligente di tutti gli animali poiché è dotato delle mani, necessarie affinchè possa applicare la sua tecnica.