Melisso

Melisso fu anche lui seguace di Parmenide nonostante fosse di Samo, questo ci mostra come le dottrine Parmenide si fossero diffuse anche fuori dalla città di Elea. Egli non si limita come Zenone a difendere le tesi del maestro ma le innova, infatti Melisso applica l’essere puramente logico di Parmenide al mondo fisico.

Melisso dimostra che l’essere è ingenerato, poiché se fosse generato dovrebbe esserlo o da qualcosa che non essendo essere non è o da se stesso e quindi sarebbe già esistito, pertanto l’essere deve essere ingenerato ed eterno. Se Parmenide quindi sosteneva che dell’essere si potesse dire soltanto che è, Melisso affermava che dell’essere si poteva dire anche che era e che sempre sarà. Inoltre era infinito anche nello spazio, poiché non può esserci nulla al di fuori dell’essere che di conseguenza deve anche essere uno, altrimenti sarebbe limitato.

Per dimostrare l’inesistenza del movimento Melisso usa argomenti innovativi, infatti nella nuova dimensione fisica dell’essere, essere e non essere si identificano con pieno e vuoto, il movimento presuppone lo spostamento di un corpo in uno spazio vuoto, ma siccome il vuoto è il non essere e questo questo non esiste, non può aver luogo nemmeno il movimento.

I detrattori di Melisso adopereranno le stesse tesi però capovolgendole, quindi se il movimento è possibile (e lo sperimentiamo di continuo), allora esiste il vuoto, se esiste il vuoto allora esiste il non essere. Allo stesso modo la molteplicità la vediamo, pertanto tutti questi molteplici devono avere le caratteristiche dell’essere, che pertanto non è uno.

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