Prodico nacque a Ceo probabilmente fra il 470 e il 460, può vantare tra i suoi discepoli Socrate.
A differenza di altri non vide la natura e la cultura come contrapposte, ma anzi riteneva che il progresso umano facesse parte della particolare natura umana, contrapposta alla natura delle altre specie animali. Interessante è anche la sua visione della religione, Prodico infatti sosteneva che gli uomini erano soliti divinizzare ciò che per loro era massimamente utile, così che Poseidone era l’acqua, Efesto il fuoco e così via, non ci è dato sapere se questa sua visione fosse simile a quella di Evemero si Messina, filosofo del III secolo, il quale sosteneva che gli dei erano persone dai grandi meriti in seguito divinizzate, un po’ come accade oggi con i nostri santi.
Prodico si curò anche di dire da dove nasceva il linguaggio: secondo lui il linguaggio non era un fenomeno puramente convenzionale, ma nasceva dalla natura, così Prodico si contrapponeva duramente a Gorgia che aveva scavato un fossato tra linguaggio e realtà. Prodico tentò di ricucire questo strappo affermando che gli equivoci e le imprecisioni non sono dovute alla debolezza della parola, ma all’uso sommario che se ne fa, forse è da questa ricerca sul significato dei nomi che prende lo spunto Socrate per la sua ricerca caratterizzata dal chiedere “che cos’è?”.